Monday 23 February 2009

il cittadino onorario

Roma ha conferito la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, un lama esotico per Roma, un politico separatista per Pechino. Il gesto e’ interpretato da Pechino come una provocazione; dai tibetani all’estero uno di solidarieta’. In ogni caso e’ poco pratico siccome Roma non e’ su un altipiano di 3000 metri, il Dalai Lama non si sentirebbe mai a casa; poi al posto dei yak ci sono le vespe. Ho letto pero’ che porta le scarpe Gucci. Tradizionalmente, i tibetani portavano dei stivali fatti con la lana con la punta come quella della gondola; oggi portano scarpe sportive o di pelle.

Questo Dalai Lama ha mantenuto la via pacifica - nonostante i finanziamenti della CIA, il Tibet non e’ finito come l'Israel, la Striscia di Gaza o la Cisgiordania. Certo, la Cina e’ molto piu’ costruttiva dell’Israel.

Il Dalai Lama ha ricevuto il premio Nobel per la pace mentre i diritti umani in Cina sono da migliorare. Marco del Corona del Corriere della Sera ha fatto riferimento alla pena capitale, che brutta com’e’ esiste anche in Giappone e negli Stati Uniti. Capisco pero’ il riferimento siccome il primo stato al mondo ad abolire la pena di morte fu, il 30 novembre 1786, il Granducato di Toscana. Molti non si ricordano che il Dalai Lama ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 89, dopo Tiananmen, quindi era un premio Nobel parzialmente per la non-pace della Cina.

Parigi ha avuto l’idea della cittadinanza onoraria l’anno scorso e Roma ha copiato. Non so quale diplomato italiano farebbe quello che ha poi fatto Raffarin. Personalmente credo che sarebbe piu’ significativo se andassero a visitare il Tibet reale, che e’ diverso dal Tibet nella mente di molti stranieri. Di nuovo personalmente vorrei vedere tanta attenzione e tanto rispetto per il Papa non perche’ sono piu’ cattolica ma per la giustizia, per la spiegabilita’.

la cataiana
- interprete cinese ( cantonese & mandarino ) - inglese - francese - italiano - libera professionista laureata con 10+ anni di esperienza in Cina e in Europa
@ email: europa.catai chiocciola yahoo.it
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中文 (廣東話 & 普通話) - 英語 - 法語 - /義大利語 專業口/傳譯員
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Friday 6 February 2009

com'è la crisi in Cina?

Avevo detto che avrei parlato della situazione in Cina della crisi economica mondiale nata dalla quella finanziaria americana. Non ho statistiche da citare qui – le statistiche sono per quelli che non parlano cinese oppure che non si trovano in Cina. Io parlo cinese e sono tornata a Hong Kong poco fa dalla Cina continentale dove ho incontrato le seguenti quattro persone:

1. Mentre cercavo la strada, ho incontrato una ragazza cinese che pochi giorni prima aveva lasciato il suo lavoro perche' non pagava bene e il suo tipo di lavoro non si trova difficilmente. "La crisi si sente un po’ ma non tanto", mi ha detto.

2. Ho incontrato un’operaia cinese che lavora 12 ore al giorno a Guangzhou, dalle 8.30 alle 12.30, dalle 13.30 alle 17.30 e fa anche il turno straordinario dalle 18.30 alle 22.30. Poverina e non e’ l’unica.

3. Ho conosciuto un ragazzo cinese che lavora a Shenzhen per una ditta che vende su internet all’estero dalla LV alla LG ma non i prodotti originali e quindi a prezzi piu’ bassi, ma non di tanto. ‘Se una borsa LV anche se e’ falsa vende a poco, la gente non compra.’ Questo e’ un fenomeno spiegabile non dall’economia ma dalla psicologia. Mi ha anche detto che con la crisi vendono di piu’ e che ognuno dei suoi colleghi vende USD7-80.000 al mese. Gli ho detto che non posso piu’ vedere la LV e che ho sempre preferito la Gucci.

4. Nel resort, ho chiesto al giovane padrone cinese di un bar aperto un anno fa come stava andando e mi ha detto che se d’estate c’erano 100 clienti, quest’inverno c’erano soltanto 10 – un po’ per la stagione, un po’ per la crisi.

20 milioni di operai hanno perso il lavoro nelle fabbriche in Cina. Immagino che gli italiani hanno pensato che sono un terzo della loro popolazione! Che fanno questi 20 milioni di operai adesso? Sono di solito contadini arrivati nel sudest e nell’est da lontano allora tornano nei loro villaggi e campi. Saranno assorbiti senza troppe difficolta’ e quasi immediatamente.

la cataiana
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